CASCATE del  VARONE

Le cascate del Varone si trovano nel comune di Tenno, in provincia di Trento, a 3 km da Riva del Garda. Hanno un'altezza di quasi 100 metri, e sono originate dal torrente Magnone, che scorre sotto la valletta di Ravizze e scende verso il lago di Garda. Le sue acque sono alimentate dalle perdite sotterranee del lago di CASCATE DEL VARONE Tenno che per un breve tratto si addentra nella montagna arrivando poi a formare la cascata. Il nome Varone invece ha origine proprio dalla omonima frazione di Riva del Garda situata a poca distanza. La passerella che si addentra nella gola sotto la cascata fu inaugurata il 20 giugno del 1874; padrini furono il Re di Sassonia, Giovanni, ed il Principe Nicola di Montenegro, che si trovavano nei pressi di Riva del Garda in villeggiatura. Da allora è diventata una visita obbligata per tutti i turisti e viene considerata ancora oggi uno degli orgogli cittadini. Nomi illustri di letterati e grandi artisti compaiono nel registro delle visite, il Principe Umberto II di Savoia, Gabriele d'Annunzio, l'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Asburgo, Franz Kafka, Thomas Mann e tanti altri. In particolare Thomas Mann fu spesso a Riva del Garda tra il 1901 e il 1904, e pare trasse ispirazione per alcuni tratti del suo romanzo “La montagna incantata” in particolare per la frase: “Sullo sfondo della stretta, profonda voragine formatasi da massi di roccia panciuta, nuda, scivolosa come ventri enormi di pesci, la massa d'acqua si riversa giù con rumore assordante".

 

LIMONAIE

 

Nel secolo XIII, ove ora hanno sede la Chiesa ed il chiostro di S. Francesco, venne edifi cato un convento i cui frati diedero vita alla coltivazione dei limoni. Grazie al clima mite di cui gode, per secoli Gargnano ha legato la propria economia alle limonaie, vere cattedrali di pilastri, costruite per rendere possibile l’agrumicoltura a questa latitudine, la più a nord nel mondo. Nel 1840, a fi anco del convento, si costituì la “Società Lago di Garda”, la prima cooperativa agricola d’Italia, fi nalizzata alla raccolta e alla commercializzazione di questo prezioso prodotto. L’agrumicoltura raggiunse la massima espansione negli anni 1850-1855, quando, Gargnano contava la metà delle limonaie presenti su tutta la riva ovest. La morte dell’80% delle piante, avvenuta per la malattia della “gommosi”, la concorrenza del prodotto meridionale seguìto all’unifi cazione del Regno d’Italia e soprattutto la sintesi di laboratorio dell’acido citrico, portarono via via all’abbandono graduale di questa attività.